I Minibond costituiscono una grande opportunità per molte imprese italiane, in particolare in un contesto dove possono essere diverse le opzioni per sostenere finanziariamente lo sviluppo delle proprie imprese, aiutando al tempo stesso a capire e valorizzare quelle realtà che presentano reali prospettive di crescita sia industriale sia finanziaria.
Da quando è partito il mercato dei minibond, sono stati emessi 102 titoli per un valore di 5 miliardi di euro e il numero è destinato a crescere esponenzialmente, soprattutto per il mercato che riguarda le PMI italiane.
FERRARINI RADDOPPIA E COLLOCA OBBLIGAZIONI DA 15 A 30 MILIONI
L’ultimo della serie di collocamenti di minibond riguarda quello della Ferrarini, che grazie alla forte richiesta degli investitori, raccoglie un importo da 30 milioni di euro rispetto ai 15 inizialmente previsti.
L’azienda emiliana dell’agroalimentare, ha potuto finanziarsi sul mercato con un bond quinquennale al tasso fisso del 6,375%, che per un’azienda di ridotte dimensioni e non quotata era difficile da immaginare solo qualche mese fa.
A CHI SONO RIVOLTI
Questo strumento, nella maggior parte dei casi, non viene utilizzato da realtà di piccolissime dimensioni, ma sono sempre di più le PMI italiane che scelgono di aprirsi al mercato dei capitali privati.
Questo trend è in continuo aumento, infatti nel solo primo trimestre del 2015, sono stati emessi dieci minibond di taglio inferiore a 50 milioni di euro, a conferma del fatto che si sta effettivamente sviluppando un mercato per le aziende più piccole.
I PERCHE’ DELLA CRESCITA
Questi strumenti introdotti nella normativa italiana con il Decreto Sviluppo del 2012, facilitano le emissioni obbligazionarie delle società non presenti sui mercati ufficiali, prevedendo una serie di facilitazioni:
- fiscali (ad esempio attraverso la deducibilità fino al 30% del reddito operativo lordo)
- burocratiche (nel prospetto informativo è sufficiente la certificazione degli ultimi due bilanci)
Inoltre la spinta arriva anche da ragioni di mercato a causa di:
- carenza di alternative per gli emittenti, dato che il credito bancario è rimasto di difficile accesso per il boom di sofferenze che zavorra gli istituti
- fame di rendimenti degli investitori, che puntando sui minibond possono spuntare performance tre volte maggiori rispetto a quella di un BTP decennale
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